La fobia è la percezione della paura che una volta attivata produce un evitamento nel comportamento della persona fino ad arrivare ad interferire significativamente con le normali attività dell’individuo. Rispetto al pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifica, la risposta di evitamento risulta essere sovradimensionata e l’individuo ne riconosce l’irragionevolezza. Tra le fobie più diffuse sono presenti la paura delle altezze (acrofobia), la paura dei ragni (aracnofobia), la paura dei serpenti (ofidiofobia), la paura del sangue e delle ferite (emofobia), la paura degli spazi chiusi (claustrofobia), la paura dei luoghi pubblici (agorafobia), la paura di essere sepolti vivi (tafofobia) e la paura dei cani (cinofobia) etc. Oltre alle fobie sopracitate ci sono le fobie specifiche. Esse sono paure ingiustificate, causate dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o di una situazione specifici. Molte paure specifiche non causano problemi così invalidanti da spingere la persona a cercare un aiuto esterno. Se, per esempio, una persona affetta da una estrema paura dei serpenti vive in un’area metropolitana, molto probabilmente avrà ben pochi contatti diretti con l’oggetto della sua paura, per cui si convincerà di non soffrire di alcun problema serio. Il discorso sarebbe ben diverso se la persona in questione vivesse in una zona in cui è presente un grande numero di serpenti. Il termine fobia in genere implica una sofferenza psicologica soggettiva e una menomazione del funzionamento sociale o lavorativo come conseguenza dell’ansia.